Descrizione
La caratteristica della località è di essere costituita da numerose sorgenti di acque minerali che scorrono a spaglio in superficie, creando un paesaggio altamente suggestivo. L'acqua sorgiva, così ricca di solfati bicarbonati calcio e magnesio, è clinicamente ricca di proprietà terapeutiche a favore dello stomaco, del fegato (come bevanda), delle prime vie respiratorie (per via inalatoria) per le patologie osteo-articolari e muscolo-tendinee oltre che per la cura delle malattie della pelle (fanghi e bagni).
E' in questo luogo che sorse alcuni secoli prima della nascita di Cristo un santuario paleoveneto dedicato alla divinità Trumusiate, cui erano riconosciute poteri sananti. Sull'identità della divinità sono state formulate numerose teorie: forse una divinità sanante trimorfa sostenuta dalla presenza numerale nel nome (tri) e dal ritrovamento di una laminetta decorata con tre teste femminili a sbalzo. Più recentemente nella radice "tru" si è voluto leggere un richiamo all'antico numerale quattro, in "musio" un legame all'aggettivo umido e nel suffisso "ati" l'indicazione di appartenenza, per cui si potrebbe tentare di tradurre con "divinità del luogo con molti specchi d'acqua".
Ad essa i devoti si rivolgevano per ottenere protezione o guarigione, offrendo doni in segno di gratitudine: questi ex voto recano appiccicagnoli di varia foggia che si prestano ad essere appesi o confitti in superfici verticali.
L'attingimento delle acque avveniva attraverso i simpula, una sorta di mestoli bronzei con un lungo manico unito a una capiente coppetta adatta sia per bere che per effettuare abluzioni. I manici recavano quasi sempre un'iscrizione in lingua venetica (latina in quelle più recenti) contenente semplici testi votivi unitamente al nome e patronimico del dedicante e dal nome e dall'epiteto della divinità. Dopo il consumo delle acque il simpulum veniva spezzato nella giuntura tra manico e coppetta e lasciato in dono alla divinità . La presenza di numerose iscrizioni fa ritenere che esistesse anche uno scriptorium cioè un laboratorio dove gli addetti erano in grado di personalizzare le offerte dei devoti.
I nomi dei dedicanti sono prevalentemente di genere maschile; questo aspetto e il ritrovamento di numerose statuette bronzee maschili fa pensare che il luogo di culto fosse frequentato principalmente da soldati che chiedevano la guarigione delle ferite. .
Il ritrovamento in loco di numerosi resti di animali in particolare mandibole e zampe fa ritenere che si operassero anche sacrifici animali le cui carni venivano offerte alla divinità con grandi fuochi.
Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti più di mille oggetti: il gruppo più numeroso è quello dei simpula, ma sono state rinvenute anche brocchette in bronzo, forchettoni da brace ,alari, spedi, ganci per appendere la carne che fanno ritenere che in loco si potessero realizzare anche pasti comunitari rituali.
Sono stati ritrovati anche numerosi campanelli, legati al pascolo e alla consuetudine magica di tenere così lontani gli spiriti maligni e molteplici oggetti personali come fibule , anelli, armillae, vaghi di collana in pasta vitrea, spade in ferro, elmi , bronzetti, e laminette votive di forma quadrangolare recante iscrizioni sulla fascia esterna e un gancio per l'appensione .
Gli oggetti sono oggi visibili al Museo archeologico Cadorino (MARC) a Pieve di Cadore.
Modalità d'accesso
Il laghetto delle Tose è raggiungibile grazie a un sentiero nel bosco, non adatto a carrozzine. I portatori di disabilità possono utilizzare un tratto di strada silvo pastorale che dalla località San Francesco d'Ordsina conduce alla zona dei laghetti
Indirizzo
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Ultimo aggiornamento: 22 febbraio 2024, 11:59